Gli Edifici Religiosi

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particolare campanile MaglioloNumerose sono le testimonianze della religiosità popolare, e tra queste possiamo ricordare: le antiche cappelle della Madonna della Misericordia ad Isallo, quella di San Bernardo nell'omonima borgata, quella di Nostra Signora della Misericordia in borgata Finocchi e quella della B.V. del Buon Consiglio in borgata Staricco.
Ma le opere religiose più importanti sono: la parrocchiale dedicata a Sant'Antonio Abate databile grazie ad una epigrafe con la scritta CXLIII DIE IIII Ap(r)lis da leggersi 4 aprile 1443, presente in facciata e il santuario dei Santi medici Cosma e Damiano.
L'attuale chiesa seicentesca è di un barocco dalle forme molto discrete, ad essa è affiancata una torre campanaria tardomedievale costruita, probabilmente, su un edificio religioso preesistente.
Il campanile presenta un aspetto riscontrabile in altre costruzioni a torre del '300 e del '400 esistenti nelle zone del finalese nel periodo carrettesco.
Questa unitarietà stilistica risente dell'influsso di modelli presenti nell'oltregiovo, dove si ripete il modulo della cuspide ottagona, delle lesene angolari e degli archetti pensili in laterizio che ripartiscono i due o tre livelli di bifore.
Esempi di questo sono i campanili di S.Bartolomeo a Gorra, di S.Giovanni Battista a Bardino Vecchio, il campanile dell'Abbazia di Finalpia e quello della chiesa di S.Lorenzino a Orco Feglino.

particolare maglioloAll'interno del campanile, è interessante notare l'esistenza di una struttura in laterizio che mostra essere un elegante pilastro ottagonale, tipico del XIV secolo, esso faceva parte di una preesistente struttura ad archi (probabilmente quella di un "ospitale" degli Antoniani) successivamente demolita.
All'interno della chiesa attuale a tre navate della metà del XVII secolo, sulla parete della controfacciata appaiono i resti di un affresco quattrocentesco dell'antico edificio, rappresentante una scena della "Cavalcata dei vizi capitali" tipico di uno schema pittorico di origine transalpina limitato all'area del Piemonte occidentale e della Liguria di Ponente.
L'attuale costruzione del Santuario dei due Santi viene edificata nel 1716 su una precedente del XVII secolo.
L'edificio è posto all'estremo levante del capoluogo, su di un contrafforte che domina la val Maremola, la vallata di Isallo e il suo itinerario di accesso che si snoda attraverso le "gole" calcaree dell'alta valle.
Il poggio, anticamente isolato dalle abitazioni, era incrocio di antiche mulattiere che collegavano il mare con il passo del Melogno o verso Isallo.
Il santuario è dedicato ai santi Cosma e Damiano, patroni dei medici e chirurghi, forse a memoria di qualche ospizio che potesse curare i viandanti o gli infermi.

In data 1612, si viene a sapere che in quel momento esisteva solo un modesto Oratorio campestre, testimoniato dalla presenza di un affresco dei due Santi, ora posto sopra l'altare.
L'unicità architettonica del santuario è caratterizzata dalla rottura con il barocco tradizionale che stabiliva la priorità della facciata relegando i fianchi allo stato rustico con strutture portanti a vista, una sorta di gerarchia delle parti: come a contrapporre l'importanza del prospetto con l'essenzialità tecnica dei lati.
Nel nostro caso, invece, il fronte verso Magliolo viene ad assumere la stessa importanza della facciata principale, anzi la supera.
L'interno è ricco e luminoso, su di un impianto ottagonale si innestano quattro bracci che si concludono in un profondo presbiterio.
Sulla parete di fodo dell'altare maggiore vi è un ovale con un pregevole brano di un affresco quattrocentesco proveniente dall'antica cappella demolita, rappresentante i Santi titolari.
Questa unitarietà stilistica risente dell'influsso di modelli presenti nell'oltregiovo, dove si ripete il modulo della cuspide ottagona, delle lesene angolari e degli archetti pensili in laterizio che ripartiscono i due o tre livelli di bifore.
Esempi di questo sono i campanili di S.Bartolomeo a Gorra, di S.Giovanni Battista a Bardino Vecchio, il campanile dell'Abbazia di Finalpia e quello della chiesa di S.Lorenzino a Orco Feglino.
All'interno del campanile, è interessante notare l'esistenza di una struttura in laterizio che mostra essere un elegante pilastro ottagonale, tipico del XIV secolo, esso faceva parte di una preesistente struttura ad archi (probabilmente quella di un "ospitale" degli Antoniani) successivamente demolita.
All'interno della chiesa attuale a tre navate della metà del XVII secolo, sulla parete della controfacciata appaiono i resti di un affresco quattrocentesco dell'antico edificio, rappresentante una scena della "Cavalcata dei vizi capitali" tipico di uno schema pittorico di origine transalpina limitato all'area del Piemonte occidentale e della Liguria di Ponente.
L'attuale costruzione del Santuario dei due Santi viene edificata nel 1716 su una precedente del XVII secolo.
L'edificio è posto all'estremo levante del capoluogo, su di un contrafforte che domina la val Maremola, la vallata di Isallo e il suo itinerario di accesso che si snoda attraverso le "gole" calcaree dell'alta valle.

particolare particolare

Il santuario è dedicato ai santi Cosma e Damiano, patroni dei medici e chirurghi, forse a memoria di qualche ospizio che potesse curare i viandanti o gli infermi.
In data 1612, si viene a sapere che in quel momento esisteva solo un modesto Oratorio campestre, testimoniato dalla presenza di un affresco dei due Santi, ora posto sopra l'altare.
L'unicità architettonica del santuario è caratterizzata dalla rottura con il barocco tradizionale che stabiliva la priorità della facciata relegando i fianchi allo stato rustico con strutture portanti a vista, una sorta di gerarchia delle parti: come a contrapporre l'importanza del prospetto con l'essenzialità tecnica dei lati.
Nel nostro caso, invece, il fronte verso Magliolo viene ad assumere la stessa importanza della facciata principale, anzi la supera.
L'interno è ricco e luminoso, su di un impianto ottagonale si innestano quattro bracci che si concludono in un profondo presbiterio.
Sulla parete di fodo dell'altare maggiore vi è un ovale con un pregevole brano di un affresco quattrocentesco proveniente dall'antica cappella demolita, rappresentante i Santi titolari.